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Una varietà chiamata Palladio

Nel dopoguerra cambiano gli scenari commerciali.
Migliorano i trasporti e le tecniche di conservazione, si affacciano ai mercati del Nord le produzioni precocissime della Puglia, della Campania e della Sicilia. Il mercato, più esigente e ristretto, stimola anche nel Vicentino la necessità di contromisure per occupare una nuova nicchia in nome della superiore qualità della coltura collinare. Nella circostanza è l'Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria Strampelli di Lonigo ad assumere l'iniziativa di porre ordine nella variegata compagine dei piselli berici con l'obiettivo di giungere a una ‘cultivar’ che potesse distinguersi in un mercato sempre più affollato.

Il punto di riferimento è la nota varietà Piccolo Provenzale, dalla quale viene selezionata una pianta che abbina essenzialmente la precocità, orgoglio storico di Lumignano, alla taglia ridotta, o nana nel parlar comune, indispensabile sia per meglio resistere al clima arido della zona sia per evitare il ricorso a tutori e ridurre i costi del lavoro su un terreno tanto accidentato.

Nei primi anni Sessanta il risultato della selezione è una varietà che viene presentata con giusto orgoglio sotto il nome di Palladio e destinata a rinnovare una coltura al tempo valutata in 100 campi vicentini (400 ettari) e 30.000 quintali.

Ahimé, tali aspettative erano destinate a infrangersi contro il cambiamento epocale che, negli anni del boom economico, ha sottratto tante braccia all'agricoltura condannando all'abbandono le sudate
masiere di Lumignano. A causa anche della concomitante invasione di varietà di piselli straniere, si disperdeva così il prezioso lavoro di selezione relegando il Palladio alle polverose pagine delle pubblicazioni di agronomia dell'epoca. Il caso ha voluto, però, che quella che sembrava la tomba del pisello vicentino, fosse anche il punto di partenza della sua rinascita. Protagonista di una vicenda che merita di essere raccontata è un agronomo in pensione, Lodovico Marangoni, che si è imbattuto proprio negli estratti riguardanti i piselli di Lumignano; appassionatosi al caso, ha contattato l'Istituto Strampelli e, come talora capita nelle belle favole, in quattro e quattr'otto si è trovato a coltivare un appezzamento sperimentale con 13 varietà di piselli tra le quali si spera di selezionarne una con caratteristiche simili al Palladio. Senza dire delle risorse che si potrebbero recuperare indagando di orto in orto: a San Germano parlano di un delicatissimo pisello Bianchetto; a Mossano, tra gli olivi, è segnalata un'altra coltivazione antica. Chissà...



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