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Un futuro di qualità

All'Appa si deve anche l'avvio delle pratiche per il riconoscimento di qualità a livello comunitario, nella fattispecie la Denominazione di Origine Protetta, per la «Patata dorata delle terre rosse del Guà», prodotta nell'area a cavallo delle province d Verona (Cologna Veneta, Roveredo di Guà, Pressana e Zimella), Vicenza (Lonigo, Asigliano, Orgiano, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore, Alonte) e Padova (Montagnana).
In questo passo è il riflesso più evidente della politica promozionale del prodotto: la qualità, coni migliore risposta all'economicità delle produzioni nord-europee, favorite nel contenimento dei costi non solo dalle condizioni climatiche (maggiore piovosità e terreni più leggeri, facilmente lavorabili con i mezzi meccanici), ma anche da una ricerca molto avanzata e da favorevoli condizioni politiche (le patate, sono classificate a livello comunitario come «tuberi», con un'estrapolazione dalla normativa dell'ortofrutta che le sottrae alla sfera d'influenza dei paesi mediterranei).
La promozione della patata del Guà va inquadrata nel più ampio programma di rilancio del prodotto nazionale, in grado far fronte al mercato lungo tutto l'arco dell'anno, dai raccolti precoci della Campania a quelli tardivi della Marsica e dell'Alto Adige passando per produzioni intermedie come quella veneta disponibile dalla seconda metà di luglio a tutto agosto. Questo in alternativa ad altre forniture, dal Nord Africa all'Ungheria, che sfuggono a controlli che possano dirsi tali.

Il marchio di qualità, che dovrebbe essere specifico al punto di indicare il migliore utilizzo gastronomico varietà per varietà, va considerato come fattore di maggiore visibilità sul mercato: allo stato attuale delle cose, infatti, solo il 50% della produzione dell'area del Guà risulta riconoscibile sui banchi del dettaglio.
Ciò avviene perché le catene della grande distribuzione, che oggi assorbono la maggior parte del prodotto, non sono ancora abbastanza sensibili al discorso dei marchi di qualità, preferendo commerciare il prodotto sfuso oppure sovrapporre il proprio marchio a quello del produttore. In attesa che il prodotto tipico venga meglio apprezzato anche in questi circuiti, si cercano benefici commerciali dall'ampliamento della rete di distribuzione a favore di gruppi d'acquisto minori, specialmente negli ambiti che riconoscono valore aggiunto alle produzioni di agricoltura controllata e biologica (tanto più che la richiesta, largamente inferiore all'offerta, è da qualche tempo a questa parte insidiata da prodotti dell'Est europeo, di scarsa affidabilità).
Sullo sfondo dello scenario commerciale si muove la ricerca, nella fattispecie l'Istituto Strampelli di Lonigo, che lavora sul doppio fronte della qualità organolettica e del processo produttivo: nuove varietà, dunque, più saporite o più adatte a determinati usi gastronomici, ma anche più resistenti ai parassiti o di più agevole conservazione, per ridurre ancor più il ricorso ad artifici chimici o fisici. Da ultima, auspicabilmente, verrà la promozione gastronomica, con sagre e iniziative dei ristoratori della zona interessata, a rappresentare il necessario e piacevole corollario della strategia di prodotto.



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