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VILLA VALMARANA: LA FORESTERIA

La Foresteria presenta affreschi di Giandomenico, ad esclusione della sala centrale. La prima stanza è dedicata al mondo cinese. L'artista non rispetta i limiti delle cornici di Mengozzi Colonna, anzi fa uscire i personaggi e gli elementi del paesaggio facendoli partecipare alla vita della villa. Giambattista ama il teatro del melodramma, il figlio, invece, sembra prediligere la tradizione goldoniana. Domenico non ha visitato l'Impero celeste, ne ha sentito parlare, probabilmente avrà letto i vari récits de voyage pubblicati nel suo secolo. Sarà giunto alla conclusione che è un paese straordinario dove vivono animali stranissimi (si notino gli uccelli sopra le porte), insetti di incredibile grandezza, ortaggi impensabili (si noti la cesta) etc.
L'elemento di maggior suggestione è rappresentato dal pino marittimo che sembra tridimensionale, sembra uscire dai limiti della parete ed entrare nella stanza. La seconda sala propone alcuni momenti di vita quotidiana dei contadini veneti. Un'enorme polenta domina la tovaglia bianca, il padre mangia tenendo il figlio in braccio, mentre una donna sta consumando il suo pasto appoggiando il piatto sul ventre. La seconda scena ci mostra due donne ed una bimba che vanno in città al mercato: sono vestite a festa, non hanno le ciabatte da lavoro (immagine precedente), ma le scarpe coi tacchi, il cappello spunta in testa, e da una cesta spunta la testa di una gallina. Anche la vecchia, che si sta riposando all'ombra di un albero, va in città a vendere le uova. Finchè riprende le forze recita il rosario. Un momento di riposo tra gli alberi è il soggetto della quarta scena: gli uomini seduti chiacchierano, mentre una donna sta filando e tiene il fuso in mano. I nobili sono i protagonisti della terza stanza, chiamata anche "gotica" per le decorazioni architettoniche. Un cicisbeo sta corteggiando una giovane dama, dall'espressione incerta. Tre donne stanno "ciacolando", mentre altre due in compagnia di un gentiluomo guardano un paesaggio. La sala centrale, affrescata dal padre, Giambattista, ricrea l'Olimpo degli Dei, il "Sublime"; un Giove seduto sulle nuvole, come fossero un trono, tiene le saette e lo scettro in mano ed ai suoi piedi un'aquila. Venere, volgendo le spalle ai visitatori, stringe in mano la mela d'oro ed, in compagnia di Amore, dialoga con Marte. Mercurio, già incontrato nella sala dell'Eneide, si libra nell'aria, l'alato Saturno è rappresentato colla falce, Apollo e Diana occupano l'ultima parete. Le stanze successive non sono visitabili. La sala da pranzo o del Carnevale presenta un moro che scende da una scala per servire della cioccolata: secondo la critica questo personaggio è opera di Giambattista. Tre piccole scene del carnevale, eseguite dal figlio, propongono rispettivamente aspetti ludici: il Ciarlatano, il Mondo nuovo ed il Minuetto di Pantalone e Colombina.
Antonio Visentini è il frescante della "stanza della loggia": giardini e ville animate da piccoli personaggi (quest'ultimi realizzati a tempera da Giandomenico) spaziano tra le colonne. L'ultima stanza è dedicata ai "putti": dei putti giocano fra loro, splendido è un pappagallo dalle piume policrome.


Stanza I: Cineseria
  1. Vendita di stoffe
  2. Principe che interpella l'indovino
  3. La passeggiata del mandarino
  4. Offerta ad una divinità

Stanza II: Scene campestri
  1. Pranzo
  2. Contadine che vanno al mercato
  3. La vecchia contadina
  4. Il riposo
  5. Paesaggio
Stanza III: Gotica
  1. Cicisbeo che corteggia una dama (autunno)
  2. Tre dame (inverno)
  3. Tre nobili che guardano un paesaggio (estate)

Stanza IV: Olimpo degli Dei
  1. Giove
  2. Venere, Amore e Marte
  3. Mercurio
  4. Saturno
  5. Apollo e Diana

Stanza V: del Carnevale

Stanza VI: delle Architetture

Stanza VII: dei Putti


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