Le opere tiepolesche conservate nella Pinacoteca civica sono tre: "L'Immacolata" ed "Il Tempo che scopre la Verità" di Giambattista e "La Decollazione del Battista" di
Giandomenico. "L'immacolata" proviene dalla splendida chiesa dell'Araceli ideata dall'architetto Carlo Borella, alla fine del secolo decimosettimo. La pala era collocata
nell'altare del Crocifisso fino all'acquisto da parte del conte Barbieri, avvenuto nel 1830. L'opera, datata attorno al 1735, ha nella veste argentea e nel mantello azzurro i
suoi momenti più alti. Le tonalità cromatiche variano: da un azzurro chiarissimo si passa ad un blu. Il manto rosso dagli angeli, alla destra della Vergine, diviene giallo. "Il
Tempo scopre la Verità" proviene dalla residenza dei Cordellina di Montecchio Maggiore ed è ricorrente tra le sue realizzazioni ed in questo caso l'argomento si lega perfettamente ai soggetti degli affreschi montecchiani (si veda il capitolo dedicato alla Villa Cordellina).
Il dipinto ha come punto focale la figura femminile nuda e che, come ricorda Andreina Ballarin nel catalogo della pinacoteca, «fa quasi scomparire le zone un pò macabre di
questa "morale" illuministica e cioè le carni "antiche" del vecchio Tempo, la falce, la clessidra, il naufragio dell'eroe».
"La Decollazione di san Giovanni Battista", fino al 1910 attribuita al padre, è l'unica opera in museo di Giandomenico.
Il volto del santo è il centro emotivo della vicenda: una luce divina lo illumina. La figura del Battista si contrappone a quella del carnefice e l'oscurità del luogo moltiplica l'emozione.
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