Rotzo è uno dei sette comuni dell'Altopiano di Asiago e questo, di per sé, è già un'ottima credenziale per la produzione di patate che gli dà fama. Prati, boschi e un'aria finissima compongono il quadro ambientale in cui si inserisce una tradizione agricola di antica data. È già una cronaca del '700, infatti, a parlare di una patata dalla buccia violacea, o «nera», che allietava le tavole dei vicentini. L'antica varietà non e più coltivata, ma non di meno la produzione odierna è tenuta in grande stima. La proverbiale bontà di queste patate di montagna deriva da un concorso di elementi ambientali: suolo di struttura ideale; inverni rigidi che neutralizzano molte malattie; estati fresche e asciutte che favoriscono al meglio la fruttificazione. La maggiore concentrazione di amidi che ne deriva e altri ineffabili apporti danno corpo al prodotto sopraffino che tante lodi si merita. Peccato che i pochi coltivatori rimasti non riescano a soddisfare il mercato. A parziale consolazione viene, in ottobre, la Festa della Patata, occasione più unica che rara, tra l'altro, di assaggiare la tradizionale polenta «considera», di patate ovviamente, arricchita con burro e un pizzico di cannella, da accompagnare al formaggio mezzano e alla sopressa. |