Le elezioni di inizio marzo hanno consegnato allo Stato italiano una situazione di instabilità governativa. La conseguenza più diretta sarà la procrastinazione delle discussioni su alcuni argomenti ritenuti importanti dall’opinione pubblica, ma non abbastanza scottanti da essere messi in primo piano nei programmi elettorali. Come il gioco d’azzardo.
La proposta di Legge della Regione Veneto
Per questo motivo spetta alle realtà locali cercare di accelerare i tempi, e indicare una legislazione coerente ed efficace per i propri cittadini. Una delle regioni in procinto di effettuare un passo decisivo è il Veneto, che ha appena elaborato una nuova proposta. La sua approvazione verrà discussa nel prossimo futuro, ma traspare un ottimismo non troppo velato in Giovanna Negro, la consigliera di Veneto del Fare che l’ha elaborata. La norma si riferisce principalmente ai locali in cui sono installate le slot machine e alle scuole, con intenti differenti. I mini-casinò dovranno avere un minimo di 10 metri quadrati di superficie tra un dispositivo e l’altro, con illuminazione naturale diretta per evitare di perdere il contatto con la realtà esterna.
Inoltre i giocatori potranno essere visti da fuori, mantenendo la componente sociale eliminata dai vetri oscurati e dall’abituale collocazione del reparto slot nei bar. Nelle scuole verrà presentato un programma di informazione per gli studenti delle superiori, con due incontri all’anno. Infine verranno istituiti il Comitato Regionale Gambling Permanente e un numero verde presso la Direzione Sociosanitaria, pensato per dare assistenza ai ludopati. In tutto si prevede che le operazioni abbiano un costo di circa 200.000 euro per la regione Veneto, di cui quasi un quinto dovrebbero arrivare dallo Stato con i fondi previsti a fine 2017.
Il Veneto al terzo posto per distribuzione di sale da gioco
Il provvedimento è diventato prioritario nella politica regionale con i dati relativi alla presenza di slot machine e videolottery sul territorio nazionale. In effetti sono queste le specialità di azzardo più praticate in tutta Italia, con forti differenze tra le varie zone. Il Veneto rimane in una posizione di rilievo, potendo contare su diversi centri in cui scommettere e sulla presenza di uno dei quattro casinò terrestri. A inizio 2018 nell’intero territorio italiano erano distribuite più di 54.000 videolottery tra le 5.000 sale. Le regioni più fornite sono Lombardia e Lazio, che non a caso comprendono le due città in cui si conta il maggior numero di apparecchi, Milano e Roma.
Il Veneto si posiziona in terza piazza, appena davanti a Emilia Romagna e Campania. Le statistiche del Veneto in realtà comprendono i dati relativi al Trentino Alto Adige, che però è una delle regioni con la minore concentrazione di VLT. In tutto il conteggio ufficiale annovera 6269 videolottery, distribuite nelle 520 sale. La densità media è quindi di poco superiore ai 12 apparecchi per locale. Un dato indubbiamente influenzato dalla presenza massiccia di macchinette nel casinò di Venezia, che nel 2017 è stato il secondo centro (dopo Campione) per quantità di denaro giocato. Un piccolo paradosso, per una regione che sta pensando a una legge per ridurre il volume di gioco dei suoi cittadini.