Quando si presenta la necessità di isolare termicamente la propria abitazione, ci si trova prima di tutto a dover compiere una scelta tra i diversi sistemi di isolamento applicabili alle pareti perimetrali, quali per esempio l’isolamento a cappotto (dall’esterno) o l’isolamento dall’interno. Ma se le pareti da trattare sono muri ‘a cassetta’, la soluzione più veloce e vantaggiosa è senza dubbio l’isolamento termico intercapedine.
Che cosa significa muro ‘a cassetta’?
Il muro ‘a cassetta’ è un muro costituito da due tamponamenti, uno interno e l’altro esterno, separati da un’intercapedine d’aria di spessore variabile. Si tratta di una tecnica costruttiva molto utilizzata negli edifici risalenti all’epocacompresa tra gli anni 50 e agli anni 90. L’intercapedine d’aria, se contenuta nello spessore di 2-3 cm, costituisce già di per sé una sorta di isolante, poiché rallenta la trasmissione del calore tra lo strato interno e quello esterno. Al di sopra di questi valori dello spessore, però, all’interno dello spazio vuoto possono nascere moti convettivi dell’aria che producono esattamente l’effetto opposto, ovvero incrementano la dispersione termica.
Come si può intervenire in maniera ottimale per isolare un muro ‘a cassetta’?
Per migliorare la tenuta termica, e contemporaneamente anche quella acustica, di pareti realizzate con la tecnica del muro ‘a cassetta’, è molto efficace ricorrere all’isolamento delle intercapedini tramite iniezione di materiali isolanti sfusi, secondo una tecnica che prende il nome di insufflaggio. Questo tipo di intervento consiste nell’insufflare all’interno dell’intercapedine centrale della pareteil materiale isolante in forma di schiuma, attraverso piccoli fori praticati nel muro. I fori possono essere realizzatisulla tamponatura esterna o su quella interna, con risultato praticamente analogo, distanziati gli uni dagli altri di circa 1 metro e dal solaio di copertura di circa 30-40 cm. I materiali utilizzabili sono di diversa natura: cellulosa, argilla espansa, fibra di vetro, EPS (polistirene espanso sinterizzato).
E’ possibile intervenire su qualsiasi tipo di parete?
La tecnica dell’insufflaggio è consigliata su pareti di almeno 5 cm di spessore, per evitare di compromettere in qualche modo la stabilità delle stesse. Inoltre, prima di agire, è sempre bene procedere ad un’ispezione accurata dell’intercapedine, servendosi di un endoscopio o di una analisi termografica. Può capitare, infatti, che lo spazio dell’intercapedine risulti intasato da materiale isolante che fosse già stato messo in posa su una delle superfici di confine, spostatosi accidentalmente, o da materiali di scarto del cantiere di costruzione.
Quali sono i vantaggi dell’isolamento termico intercapedine?
Rispetto agli altri sistemi di isolamento delle pareti perimetrali, questo tipo di intervento risulta sicuramente più vantaggioso sia dal punto di vista dei costi che dal punto di vista pratico. Infatti, la posa in opera non comporta difficoltà particolari: l’operazione di insufflaggio genera poca polvere; il cantiere non intralcia in maniera invasiva i locali delle abitazioni interessati dall’intervento (soprattutto se l’insufflaggio viene praticato sulla tamponatura esterna); i tempi di durata sono relativamente brevi se confrontati con quelli di altri tipi di tecniche di coibentazione. Inoltre, nel caso vengano raggiunti i valori di isolamento che soddisfano i requisiti minimi richiesti, l’intervento rientra fra quelli soggetti alla detrazione fiscale del 65%.