È risaputo che numerosi personaggi politici ricorrano a espedienti come la cartomanzia per risolvere le problematiche inerenti la propria attività pubblica e per ottenere un aiuto qualora debbano prendere decisioni piuttosto delicate. Ciò a dimostrazione del fatto che il fenomeno della lettura delle carte non è necessariamente legato a determinate categorie di persone appartenenti ad ambienti socio-culturali medio-bassi. Tutt’altro: da una ricerca condotta dal Gris (il Gruppo di ricerche sulle sette) è, infatti, emerso che la categoria dei politici è quella che frequenta con maggiore frequenza i cartomanti e gli operatori dell’occulto. A tal proposito Bepi Bisetto, fondatore del gruppo, ha affermato: “i politici ci vanno nonostante la crisi, perché hanno i soldi, ma soprattutto perché non hanno altre possibilità di misurare la possibile vitto ria, piuttosto che la sconfitta”.
La storia del nostro Paese è piena di esempi celebri di governanti e facoltosi imprenditori che avevano un proprio cartomante di fiducia, in grado di sostenerli e di consigliarli nei momenti meno semplici della propria carriera. Si pensi, ad esempio, a una vigilia elettorale: il politico (o, in alternativa, il suo segretario personale, l’addetto stampa o un membro della sua famiglia) si rivolgerà al cartomante per sapere se vincerà le elezioni e quanti voi riuscirà a prendere. Insomma, a quanto pare, la “magia” e la predizione del futuro riescono a esercitare il proprio fascino anche su soggetti che quotidianamente si confrontano con dati statistici, numeri, risultati e leggi; forse perché spinti dal desiderio di prendersi un po’ meno sul serio oppure perché vogliono lasciarsi sedurre dal fascino dell’irrazionale e preferiscono avere risposte dal mondo del mistero e dell’occulto.
D’altra parte va pure rilevato che il cartomante, che può essere considerato una sorta di medico dell’anima, è in grado di esplorare in profondità il percorso della vita del richiedente, fornendogli tutte le risposte di cui necessita per il futuro.
Cartomanzia: di cosa si tratta?
Fermo restando che alla cartomanzia non ricorrono solo le persone fragili o comunque coloro che non possono contare su un background culturale di qualità, cerchiamo di capire insieme quali sono le principali caratteristiche di questa “arte divinatoria” e il fenomeno di chiaroveggenza a essa connesso.
Letteralmente il termine cartomanzia deriva dalle parole carta e manteia (divinazione) e indica, pertanto, la predizione del futuro attraverso la consultazione di un mazzo di carte (tarocchi, carte da gioco, ecc., visita questo sito per saperne di più). Essa, pertanto, è una pratica che aiuta le persone a comprendere cosa riserva loro il destino.
Numerose ricerche hanno dimostrato che i primi a praticare la cartomanzia furono gli antichi egiziani, i quali si servivano di 78 carte sulle quali erano incisi misteriosi geroglifici.
Il principio su cui si basa quest’arte divinatoria è un antico motto della disciplina alchemica, che recita così: “Come sopra così sotto”, laddove il sopra è inteso come l’universo metafisico, ovvero la realtà trascendentale; mentre il sotto rappresenta la realtà fisica del mondo, ovvero la realtà contingente.