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Scheda 2.3.2 Scheda documentale: La conquiste del Santuario

Fanti del reggimento n. 18 Reisinger entrarono di slancio nel Santuario di Monte Berico dopo aver vinto la resistenza di svizzeri, pontifici e volontari.

Il kaiserjäger Ognibeni ricordava "noi atterrammo le porte ed appena entrati si accese un sanguinosissimo conflitto corpo a corpo. Gli svizzeri combattevano nelle cappelle e nei confessionali cosicché la casa di Dio era tutta lorda di sangue. Sugli altari stessi ci siamo battuti ferocemente e si pugnava all'arma bianca. Finalmente gli svizzeri si ritirarono passando per le porte laterali e lasciarono la basilica piena di morti, di feriti, di sangue e di desolazione".

L'ufficiale di grado più elevato ferito nei combattimenti di Monte Berico fu il colonnello Karl von Kopal comandante il X battaglione cacciatori da campagna. Compito del reparto era stato quello di forzare le difese del Durando così da facilitare l'attacco alla fanteria di linea. Durante i combattimenti il colonnello volle mettersi alla testa dei suoi uomini venendo gravemente ferito (Scheda 2.4.2). Moriva qualche giorno più tardi.

Da parte italiana suscitò ammirazione l'intrepido comportamento del colonnello Enrico Cialdini che impavido "nei punti più avanzati ed esposti del Monte Berico collo zigaro in bocca e le braccia incrocicchiate osservava i movimenti del nemico". Ferito da una fucilata all'addome riusciva miracolosamente a sopravvivere. I comandanti militari austriaci, ammirati da tanto coraggio, si recarono più volte a visitarlo, durante la lunga convalescenza in città, rammaricandosi che un soldato così valoroso fosse stato loro avversario.

Subito dopo la fine dei combattimenti i soldati austriaci vollero ricordare i loro commilitoni caduti nella giornata del 10 giugno. Sorsero così, qua e là sul colle, piccoli monumenti, cippi e steli che i vari reparti ponevano nel luogo dei combattimenti e dove le grandi fosse avevano raccolto i caduti. Solamente nel 1857 si iniziò la costruzione di un monumento ossario a ricordo dei soldati che lasciarono la vita "pro Austriae incolumitate" ed il monumento venne inaugurato nel 1862. Quattro anni più tardi, nell'estate del 1866, il consiglio comunale cittadino proponeva, con un atto molto discutibile, l'abbattimento del monumento e solo la fermezza dei funzionari governativi impedì che tale proposito venisse reso esecutivo,

Già nella primavera del '48, subito dopo le giornate di maggio (Schede 1.4.0 - 1.5.0) si era deciso di ricordare i caduti nell'eroica difesa. Ma venne il 10 giugno ed il monumento dovette venire rimandato a tempi migliori e così solo dopo il 1866 una sottoscrizione popolare ed un generoso contributo di Vittorio Emanuele II permisero di dare avvio ai lavori. Il monumento, opera dello scultore milanese Antonio Tantardini e che rappresenta "il genio dell'insurrezione che sorge dalla tomba dei prodi caduti", venne inaugurato nel 1871. Posto sul fianco della collina, di fronte all'ingresso del santuario, nel 1920 venne smontato e ricostruito nel luogo attuale a causa della costruzione del piazzale della Vittoria inaugurato nel 1924.

INDICE:
Itinerario 2.3: Monte Berico
La morte di Rodolfo Liechtenstein
La conquiste del Santuario