Il XIII secolo vide la nascita degli ordini nuovi: i Mendicanti. Furono così chiamati perché traevano le loro risorse economiche dalle offerte dei fedeli, diversamente dal monaci benedettini che invece derivavano la maggior parte dei redditi dalle proprietà fondiarie e dai diritti feudali. Una novità istituzionale, questa, che si affiancava ad un apostolato prevalentemente urbano.
I due ordini maggiori, capaci di indirizzare la spiritualità del tempo, furono i Domenicani o Predicatori, fondati da s. Domenico di Caleruega, e i Francescani o Minori, seguaci di s. Francesco d'Assisi.
La comunità francescana si stabilì a Vicenza già dal 1222, in S. Francesco, e dal 1280 in S. Lorenzo; quella Domenicana giunse nel 1260 a S. Corona. Parallelamente ai Predicatori e ai Minori, molti altri gruppi si strutturarono seguendo le istanze spirituali di queste religiones novae tra cui i principali furono: gli Eremitani di S. Agostino, i Carmelitani e i Servi di Maria.
I primi giunsero a Vicenza nel sec. XIII e pare che dal 1264 avessero ottenuto di costruire la propria chiesa in onore di S. Michele. Il complesso con pianta "a granaio" conclusa da tre absidi rettilinee, sorgeva vicino al Retrone, nei pressi dell'oratorio di S. Nicola; la chiesa chiusa e abbandonata nel 1810, fu purtroppo demolita due anni dopo.
I Carmelitani invece ottennero di costruire la chiesa dedicata a S. Giacomo Maggiore nel 1372, per volontà del vescovo Giovanni de Surdis, che insediò la loro parrocchia nel quartiere di Porta Nuova.
La stessa chiesa venne ricostruita nel Quattrocento da Giampietro Cirmisone, attivo anche in quella dei Servi, e totalmente trasformata nel 1862-67.
È interessante la documentazione storica che rivela come al momento dell'incarico il Cirmisone dovesse costruire a la similitudine ... de la ecclesia de sancta Maria de li Servi, che mantenendo le forme "arcaiche" (i modelli di S. Corona e di S. Lorenzo), rispecchiava evidentemente il gusto vicentino dell'epoca.
Per quanto riguarda i Servi di Maria, va aggiunto al profilo storico quanto attestato da documenti conservati nell'archivio di Stato di Verona, da cui risulta come già durante la prima metà del sec. XIV l'Ordine avesse mantenuto a Vicenza uno o più religiosi con il compito di costruirvi una comunità.
La straordinaria tradizione mariana servita fu mantenuta nonostante la soppressione dell'Ordine, e oggi la comunità vive nel santuario di Monte Berico, uno dei fulcri religiosi più importanti della città e del Veneto.
La chiesa di S. Maria, invece, divenendo dal 1810 sede della parrocchia di S. Michele è luogo di culto per le celebrazioni della comunità.
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