La Badia di S. Agostino
Percorso meditato
L'interno di Sant'Agostino si presenta a navata unica rettangolare, con soffitto a capriate scoperte. Chiudono la nave tre cappelle quadrangolari di iconografia cistercense, ciascuna con volta a crociera, archi a sesto acuto e finestre gotiche sormontate, nelle laterali, da un oculo. La cappella centrale, più ampia, funge da presbiterio. La navata, fino al restauro degli anni 1941-42, era attraversata da un coro pensile, costruito nel Quattrocento e ripreso nella chiesa di San Rocco, poi ampiamente rimaneggiato nel Seicento con gusto barocco. Oggi è possibile ammirare la chiesa nella sua struttura originaria, vasta ed ariosa, che richiama lo schema basilicale nel gotico veneto, mentre sono andati perduti buona parte degli affreschi che ricoprivano, probabilmente per intero, le pareti laterali della badia.
- Partendo dall'ingresso principale troviamo a destra un battistero secentesco.
- Proseguendo lungo la parete destra della navata vediamo resti di affreschi trecenteschi.
- In fondo alla navata, entrati nella cappella destra, troviamo l'affresco dei Cristo Re: Gesù in croce è rappresentato nella sua regalità trionfante, indossa una tunica e sotto ai piedi stanno calice e patena simboli della sua resurrezione. A destra: in alto Quattro figure di Santi, in basso Madonna in trono tra il Battista e S. Giacomo, entrambi dei XIV secolo.
- Di fronte alla cappella centrale ammiriamo i preziosi affreschi del presbiterio, innanzitutto i pilastri: su quello di sinistra la notevole Madonna con Gesù e S. Caterina Martire e sul pilastro a destra S. Agostino.
- Il presbiterio era un tempo interamente affrescato, come testimoniano i resti di affreschi posti dietro l'altare. Rimane quasi intatta la decorazione della volta: qui si sviluppa il tema della Vita e Gloria di Cristo. Nella parte inferiore si osservano le scene rappresentate nelle lunette. A sinistra tre momenti relativi alla nascita di Gesù: sopra l'Annunciazione, sotto la Natività e la Visita dei Magi. Nella lunetta di destra: sopra l'Ultima Cena, sotto la Lavanda dei piedi (riconoscibile il catino), Cristo nell'orto degli Ulivi, quindi la Cattura di Cristo. Nella lunetta di fondo: la Crocifissione. In cima, nella chiave di volta, è rappresentato il Trionfo di Cristo. Nelle vele si legge l'iconografia ecclesiologica: i simboli degli evangelisti si alternano a due a due con immagini di dottori della Chiesa che guardano alla Gloria, consigliate da angeli e dalle virtù teologali e cardinali. Iniziando dalle figure adiacenti all'arco d'ingresso e proseguendo in senso antiorario, osserviamo: il Leone di S. Marco e l'Angelo di S. Matteo, S. Agostino e S. Ambrogio, il Bue di S. Luca e L’Aquila di S. Giovanni, S. Gregorio Magno e S. Girolamo. Nell'intradosso dell'arco una Madonna con Bambino.
- Il Polittico collocato al centro del presbiterio è opera dei 1404, commissionato a Battista da Vicenza da Ludovico Chiericati per celebrare la dedizione di Vicenza a Venezia. È diviso in 24 scomparti con pitture disposte su tre ordini. Al centro sta la Madonna col Bambino. Da sinistra, sullo stesso piano, entro nicchie gotiche e compiti su fondo oro, si succedono in piedi diversi Santi: Agnese, Girolamo, Paolo, Caterina d’Alessandria. Al centro dell'ordine superiore un trittico con l’Ecce Homo e ai lati Maria e S. Maria Maddalena, sopra il Padre. Ai lati, da sinistra sono S. Quirico, gli Evengelisti e S. Giorgio. Sul basamento, al centro, S. Giovanni Battista con ai lati S. Fermo, S. Giovanni Crisostomo, S. Gregorio Papa, S. Cipriano, S. Ambrogio, S. Rustico. Risulta così evidenziata e preminente la fascia centrale verticale incentrata sul Cristo: dalla scritta in basso "Una voce grida nel deserto: preparate le strade al Signore" a quella tenuta dal Padre "Ecco l’Agnello di Dio". L'opera costituisce una delle più significative testimonianze di Battista da Vicenza, autore che attraverso gli influssi emiliani risente del grande insegnamento giottesco, pur rimanendo attardato in un prezioso goticismo. Quest'ultimo comunque, specie nella parte superiore del polittico, mostra di accogliere l'apporto rinascimentale.
- Iniziando la visita della parete sinistra, ammiriamo un bell'organo positivo a trasmissione meccanica del 1830, di costruttori partenopei.
- Più avanti, addossato alla parete, un crocifisso ligneo della prima metà del '400, davanti al quale si dice pregasse Lorenzo Giustiniani.
- Attorno ancora una serie di affreschi trecenteschi racchiusi da cornici, probabile opera di un’unica maestranza veronese. Enorme il San Cristoforo col Bambino che dal soffitto doveva giungere al pavimento.
La facciata e il campanile di S. Agostino
La facciata è divisa in tre parti da quattro lesene. La fascia centrale comprende il portale, con architrave e modiglioni sagomati, e il rosone con vetri rotondi legati a piombo. Il tetto a capanna ha i due spioventi coronati nella parte inferiore da archetti ciechi. La parte inferiore della muratura esterna è in conci di pietra dei Colli Berici; più in alto vediamo strati di materiale rozzo, quindi mattoni.
A destra si notano i resti di un portico. Sul fianco sinistro restano i supporti che reggevano le travi del portico, il quale doveva essere simile a quello ricostruito sul fianco opposto.
Il campanile, trecentesco, ha pareti in cotto innervate da due lesene angolari e da un’altra che corre al centro. Una fascia di archetti ciechi spezza in due lo sviluppo in altezza. Agili bifore si aprono su tutti i lati.