Sono sei in provincia di Vicenza le ZPS (zone a protezione speciale dell’ambiente) per le quali la Giunta veneta, su proposta di Stefano Valdegamberi, assessore regionale ai parchi, ha approvato misure di conservazione degli habitat e delle specie di fauna e di flora di interesse comunitario europeo, che tengano conto anche delle esigenze di sviluppo economico, sociale e culturale, e delle caratteristiche regionali e locali.
Il provvedimento è stato preso di concerto con il collega alle politiche per il territorio Renzo Marangon. Si tratta delle seguenti aree: Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti Vicentine; Ex Cave di Casale – Vicenza; Bosco di Dueville; Altopiano dei Sette Comuni; Massiccio del Grappa; Grave e Zone umide della Brenta.
"Questo provvedimento – spiega Valdegamberi - è fondamentale per salvaguardare al meglio, in stretta collaborazione con i soggetti pubblici e privati, la rete ecologica vicentina che rappresenta un interesse prioritario per tutta la nostra comunità regionale, sia dal punto di vista strettamente naturalistico che da quello culturale ed economico". Le disposizioni per la provincia di Vicenza sono contenute all’interno di una delibera generale che va a tutelare 67 zone di protezione speciale (ZPS) in tutto il Veneto.
"Siamo tra le prime Regioni in Italia ad adottare queste importanti misure – aggiunge Valdegamberi – e questo ci mette in regola con le direttive della Comunità Europea del ‘92 "Habitat" e del ‘79 "Uccelli". Organizzeremo incontri con le associazioni degli agricoltori, dei cacciatori, e di altre entità produttive per spiegare nello specifico la ratio del provvedimento e sollecitarne un’applicazione avveduta e intelligente. Vogliamo improntare un rapporto equilibrato e di buon senso con l’ambiente che ci circonda senza creare vincoli eccessivi alle tradizionali attività umane". Le ZPS sono raggruppate in: ambienti alpini e prealpini; sistemi collinari e versanti prospicienti la pianura, corsi d’acqua e zone umide di pianura, querceti misti planiziali, fasce litoranee. Gli obiettivi di conservazione sono rivolti alle specie problematiche, a quelle che frequentano gli ambienti agricoli, ai prati e ai prati-pascolo, ai popolamenti forestali, agli ambienti umidi e ai corsi d’acqua, miglioramento o ripristino della vegetazione ripariale, agli ambienti di torbiera, alle lagune e alle coste, agli ambienti rupestri, alle fasi pioniere e alle grotte.
Il provvedimento è stato preso di concerto con il collega alle politiche per il territorio Renzo Marangon. Si tratta delle seguenti aree: Monti Lessini - Pasubio - Piccole Dolomiti Vicentine; Ex Cave di Casale – Vicenza; Bosco di Dueville; Altopiano dei Sette Comuni; Massiccio del Grappa; Grave e Zone umide della Brenta.
"Questo provvedimento – spiega Valdegamberi - è fondamentale per salvaguardare al meglio, in stretta collaborazione con i soggetti pubblici e privati, la rete ecologica vicentina che rappresenta un interesse prioritario per tutta la nostra comunità regionale, sia dal punto di vista strettamente naturalistico che da quello culturale ed economico". Le disposizioni per la provincia di Vicenza sono contenute all’interno di una delibera generale che va a tutelare 67 zone di protezione speciale (ZPS) in tutto il Veneto.
"Siamo tra le prime Regioni in Italia ad adottare queste importanti misure – aggiunge Valdegamberi – e questo ci mette in regola con le direttive della Comunità Europea del ‘92 "Habitat" e del ‘79 "Uccelli". Organizzeremo incontri con le associazioni degli agricoltori, dei cacciatori, e di altre entità produttive per spiegare nello specifico la ratio del provvedimento e sollecitarne un’applicazione avveduta e intelligente. Vogliamo improntare un rapporto equilibrato e di buon senso con l’ambiente che ci circonda senza creare vincoli eccessivi alle tradizionali attività umane". Le ZPS sono raggruppate in: ambienti alpini e prealpini; sistemi collinari e versanti prospicienti la pianura, corsi d’acqua e zone umide di pianura, querceti misti planiziali, fasce litoranee. Gli obiettivi di conservazione sono rivolti alle specie problematiche, a quelle che frequentano gli ambienti agricoli, ai prati e ai prati-pascolo, ai popolamenti forestali, agli ambienti umidi e ai corsi d’acqua, miglioramento o ripristino della vegetazione ripariale, agli ambienti di torbiera, alle lagune e alle coste, agli ambienti rupestri, alle fasi pioniere e alle grotte.