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Vicenza romana

Obiettivo did. gen.: Risalire attraverso la storia della città ai motivi che hanno determinato l'evoluzione della realtà che ci circonda.

Obiettivo did. part.: Conoscere le testimonianze più significative dell'epoca romana di Vicenza.

NOTIZIE STORICHE

Sulla stretta lingua di terreno alluvionale che un tempo si elevava fra i fiumi Retrone e Astico, sorse il villaggio abitato dai Paleoveneti, come provano i ritrovamenti di oggetti votivi nell'area di piazzetta S. Giacomo.
Il nome di Vicenza dovrebbe derivare infatti dalla radice indoeuropea "walk", latino "vicus", quindi "luogo abitato" in contrasto con il terreno circostante paludoso e ricoperto da vegetazione.
Polibio parla di rapporti fra gli abitanti della "Venetia" e Roma fin dal IV secolo a.C., ma questi sono storicamente accertati solo a partire dal III secolo quando i veneti contribuirono a respingere la scorreria dei Galli sconfitti a Talamone nel 225 a.C..
I rapporti con Roma divennero più regolari solo dopo la costruzione della via Postumia nel 148 a.C. che congiungeva Genova, Tortona, Cremona, Verona e Vicenza a Oderzo e Aquileia. Ne seguì uno sviluppo demografico ed economico che trasformò Vicenza in una città con giurisprudenza sul territorio circostante. Esteso a tutta l'Italia settentrionale il diritto latino (89 a.C.) anche Vicenza ottenne alcuni privilegi economici e commerciali, anche se rimase esclusa dai diritti politici che ottenne solo nel 49 a.C. quando fu concessa la cittadinanza romana che la trasformò in un "municipium optimo iure". Dopo le guerre civili avvenne la distribuzione delle terre ai veterani di Ottaviano (centuriazione dei territori di Oderzo, Asolo, Padova e Venezia) e, nell'ambito del riordino dello stato Augusto comprese il Veneto nella "X Regio Venetia et Histria".

Negli anni successivi l'abitato della città fu diviso in quattro settori dalle due vie principali: il Decumano Massimo, da ovest ad est, lungo il tratto urbano della Postumia e il Cardine Massimo ortogonale ad esso identificato nell'allineamento che dal ponte S. Paolo passa per contrà Pescheria, Piazze delle Erbe e dei Signori, contrà del Monte e dei Porti fino al Ponte Pusterla. Le altre strade erano parallele alle prime due, come dimostrano i resti affiorati in vari punti della città.
Fu costruita anche una rete fognaria ed un acquedotto sopraelevato lungo circa otto chilometri, che riforniva Vicenza dell'acqua affiorante nella zona di Motta di Costabissara, e i cui resti si possono vedere in località Lobbia. Anche i due ponti sull'Astico e sul Retrone appartengono a quest'epoca, mentre nella zona a sud del Retrone, poi chiamata di Berga, fu iniziata la costruzione di un grande teatro. Sorsero anche alcune abitazioni private di un certo decoro, come testimoniano i resti di pavimenti a mosaico rinvenuti in vari punti del centro storico.
Nel I e II secolo a Vicenza aumentano benessere e prosperità favoriti dalla costruzione di nuove strade che si inseriscono nella Postumia. A questo periodo risale anche la costruzione di altri due ponti sul Retrone (Furo e delle Barche) e della villa urbana a cui apparteneva il criptoportico. La vita del municipio vicentino trascorse abbastanza tranquilla fino al III sec., per poi decadere nei secoli successivi a causa della crisi che colpì gran parte dell'impero.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO

Raccoglie nelle sale al pianterreno numerose testimonianze romane, provenienti dal teatro Berga e databili all'epoca Giulio-Claudia (14-68 d.C.), come i ritratti di Antonia e Agrippina, madre e moglie di Claudio. Qui si conserva anche l'unico mosaico con scene policrome, scoperto nel 1881 in piazza delle Erbe. Esso ha forma quadrata e raffigura scene mitiche di caccia eroica intervallate da motivi decorativi.

STRADE ROMANE

Dai numerosi strati di strade romane scoperti nel sottosuolo è visibile quello rinvenuto in Corso Fogazzaro e ricostruito sul lato della chiesa di S. Lorenzo e formato da basoli poligonali di trachite. Un altro è visibile nel sottosuolo della Cattedrale.

CRIPTOPORTICO

In piazza del Duomo fu scoperta nel 1954 una costruzione singolare, unica nel suo genere nella "decima regio", il "criptoportico" o portico sotterraneo. Il suo pavimento si trova a circa mt 6,30 e presenta una pianta rettangolare. Alle due estremità si aprono due vani quadrangolari, uno dei quali comunica con un'altra stanza trapezoidale.
Il portico, e i vani sono coperti da una volta a botte che poggia su robusti muri perimetrali, e nei quali si aprono piccole finestre a strombo. Il complesso apparteneva a una ricca "domus" e sosteneva un porticato che si affacciava su un giardino interno.

PONTI

I primi ponti furono costruiti sull'Astico e sul Retrone prima in legno e poi in muratura. Di questi conosciamo solo i dati schematici da due disegni di A. Palladio, perchè furono demoliti a fine ottocento; altri due ponti costruiti nel II e III sec. d.C. conservano nelle loro strutture di base qualche elemento romano.

TEATRO BERGA

Il teatro romano di Berga fu costruito nel sobborgo meridionale della città e aveva una cavea sostenuta da muri radiali, coperti da volta a botte, che formava degli anditi comunicanti all'esterno con una galleria semicircolare, chiusa da arcate sul prospetto. La scena aveva un fondale, dove si aprivano le porte per l'accesso degli attori, coronato da numerose statue, alcune delle quali si trovano ora nel Museo Archeologico. Oggi di tutto il complesso, compreso tra piazza Gualdi, Porton del Luzo, piazzette S. Giuseppe e SS. Apostoli, che conserva il caratteristico andamento curvilineo, non esistono che pochi resti di un ambulacro radiale, visibili nel retro di un negozio al n. 77 di contrà SS. Apostoli, poichè dalla fine del 500 all'800 sulla cavea vennero costruiti numerosi edifici.