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Le fortificazioni Medioevali tra Bassano e Marostica

Obiettivo did. gen.: Saper valutare l'importanza della città di Bassano in epoca medievale.

Obiettivo did. part: Studiare le fasi di sviluppo della città e della cinta muraria.

BASSANO

Bassano è sempre stata importante per la sua posizione strategica all'imbocco della valle del Brenta o Valsugana. Il fiume era una sicura via di comunicazione attraverso la pianura verso il mare. Le prime fortificazioni collinari sono state costruite nell'Alto Medio Evo, dai Longobardi che, per fronteggiare i Bizantini, organizzarono posti di guardia a distanza ravvicinata lungo la fascia pedemontana, come dicono i topomoni di Fara e Romano (da Arimanus) e le chiesette arimanne costruite ai piedi dei rilievi e dedicate ai Santi Michele, Giorgio e Martino.
Quando i bellicosi cavalieri Ungari distrussero nel 900 l'esercito di Berengario I sul Brenta, tra Bassano e Marostica, si riattivarono subito le vecchie difese abbandonate, come quelle del Monte Pauso a Marostica, del Castellaro di Angarano e di Margnano, che divennero veri centri fortificati.

Si ha notizia dell'esistenza, vicino a Bassano, di alcune "motte" o spianate poste su un rialzo, circondate da spalti e fossati, e di qualche attrezzato "dongione", complesso residenziale fortificato con palazzo, torre, edifici di deposito e muro di rafforzamento periferico.

Il castello e le mura dal XII al XIII secolo. Nel XII secolo viene costruito per conto della famiglia dei da Romano il Castello di Margnano-Bassano che riunisce insieme il palazzo, la torre e la "domus meriata" della comunità.

Lungo le mura ci sono torri e all'interno la chiesa e i depositi per i beni dei cittadini che pagano il servizio di custodia assicurato notte e giorno dai castellani e dalle guardie. Il circuito murario ha forma triangolare con terrapieno (Piazza Terraglio), fossato ed una sola porta con torre a sud-est.

Nel XIII secolo Bassano è al centro della politica di espansione di Ezzelino II il Monaco, che procede all'ampliamento della cinta muraria per proteggere anche il nuovo borgo, collegando il Castello con la piazzola del ponte, risalendo poi verso Piazza della Libertà e Piazza Zaini, da dove le mura ritornano verso il Castello. Ezzelino II diventa, agli occhi della città il difensore della sua autonomia da Padova e Vicenza. Porte e pusterle comunicano all'esterno con ponti levatoi. Una si apre verso il ponte e i mulini, l'altra è detta dei "Leoni" per lo stemma scolpito, la terza si apre a oriente ed è chiamata Aureola e l'ultima guarda verso Margnano. C'è anche una piazza per le assemblee popolari e la "platea putei" (Piazza del Pozzo) davanti alla "domus" comunale.

Nel 1239 Ezzelino III costruisce una "domus dominicalis" in piazza di fronte al palazzo comunale. Quando muore Ezzelino (1259) Bassano acquista tutti i suoi possedimenti fino a Solagna. La città riceve nuovi Statuti e un Podestà forestiero. Consoli, Gonfaloniere, un Consiglio dei Quaranta e quello dei Cento, che hanno ora maggior potere.

Nel 1264 viene affidata a Vicenza e nel 1268 passa sotto la protezione di Padova. Nel 1311 Cangrande della Scala si impadronisce di Vicenza e diventa una minaccia anche per Bassano e Padova. Si decide perciò di costruire una nuova cinta muraria che racchiuda i nuovi borghi e gli insediamenti esistenti verso sud-est.

Le mura seguono la via campo Marzio per risalire poi fino al piazzale Trento.
Il tratto lungo il viale delle fosse è rettilineo mentre diventa arcuato lungo il viale dei Martiri. Torri, fossato, porte e pusterle completano le nuove mura.

Ma alla fine Bassano viene ceduta a Cangrande, poi torna ai carraresi per entrare nel 1388 nell'orbita dei Visconti che fanno di Bassano il loro baluardo nella lotta contro Padova. Nel 1404 anche Bassano sottoscrive la sua dedizione a Venezia dando inizio ad un periodo di pace e benessere, turbato solo dalle frequenti epidemie di peste che colpiscono molte città italiane.

MAROSTICA: UNA CITTA TRA DUE CASTELLI

È la città murata più interessante e spettacolare della nostra provincia. Dal colle Pausolino il castello e le mura dominano la pianura e si offrono scenograficamente allo sguardo di chi si avvicina.
Le sue vicende storiche sono strettamente legate a quelle di Bassano e di Vicenza. In un documento del XIII secolo il castello del borgo fortificato viene descritto in tutti i suoi particolari: "un castello con una torre ed un palazzo ed un muro tutto intorno".
Il "vallum" del borgo proseguiva sul monte, a ovest della Val di Botte.
Il centro abitato è chiamato "castrum Marostice", un terrapieno e la "roza" lambiscono il monte descrivendo un ampio giro intorno all'abitato.
Ezzelino III da Romano nel 1250 fa costruire grandi torrioni sui monti Pauso e Pausolino.
Dopo la morte di Ezzelino (1259) il territorio di Marostica è governato da un Podestà mandato da Vicenza mentre la città viene presidiata dai padovani con due capitani e 26 uomini armati.
Nella lotta tra i Carraresi e Cangrande della Scala anche Marostica subisce l'assedio nel 1311 e viene saccheggiata e incendiata ma il castello non viene espugnato dai padovani.
Cangrande II (1332-59) si preoccupa di predisporre nuove difese, come ha già fatto a Montecchio Maggiore, anche a Marostica edifica il castello sul colle Pausolino con quattro torri ed un torrione centrale con forti beccatelli.
Nel 1372 Cansignorio completa la bellissima cinta muraria lunga mt 1700 con 20 torri e un fossato difensivo alimentato dalla Roggia.
La porta Vicentina, la Bassanese e quella del Pedemonte hanno ponte levatoio e torre di protezione.
Il Castello inferiore è simile alla fortezza sul Pausolino ma è stato concepito come palazzo esidenziale.
Ha un robusto torrione di 10 metri di lato che protegge la porta Vicentina.