Origine del nome. Deriva da "astacus", granchio, forse alludendo alle diramazioni del largo letto del fiume.
A Forni fu rinvenuta una lapide paleoveneta. Nel Medio Evo la Val d'Astico fu possesso del vescovo di Padova; a partire dal XII secolo vi si stanziarono popolazioni
di lingua tedesca. In seguito il territorio alla destra del fiume passò a Vicenza, mentre quello a sinistra seguì le vicende di Asiago. Nel 1435 a Forni fu catturato Marsilio da Carrara, che fu poi decapitato a Venezia. Tutto il territorio subì vaste distruzioni durante la prima guerra mondiale.
La chiesa parrocchiale di San Pietro Valdastico e quella di Forni furono ricostruite dopo la guerra.
Il territorio comunale si estende su entrambi i versanti della Valle dell'Astico fino a confinare col territorio dell'alto piano di Asiago. Ne consegue che le risorse naturali sono limitate ad un'agricoltura con modeste produzioni di patate e foraggi. Pure modeste sono le altre attività economiche e infatti quelle manufatturiere
possono contare solo su una ventina di aziende di tipo artigianale soprattutto nel settore del legno, del mobilio e delle confezioni.
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