Origine del nome. Anticamente era chiamata Ascledo (983) e Scledo (1168). Probabilmente il nome deriva da "esculus", cioè ischio, una specie di quercia d'alto fusto, da cui
"esculetum", cioè terreno ricco di ischi o piantato a ischi.
La zona fu abitata nel Neolitico; nella collina detta "il Castello" furono rinvenuti resti dell'età del bronzo. Dell'epoca preromana e romana furono rinvenuti numerosi
reperti, specialmente nei colli delle valli attigue; in località Cabrelle ai piedi del Monte Summano, si sono trovate tracce di un "castrum" romano. In epoca romana
una strada suburbana collegava Schio a Vicenza per Sesto, presso Caldogno. Al 975 risale la prima notizia storica di "Schledum"; si trattava di un piccolo borgo raggruppato
intorno alla collina detta "il Castello", presso la quale restano tuttora molti edifici dei secoli XIV-XV. L'altro centro antico sorse intorno al colle più basso, detto "Gorzonio", su cui si trovava la chiesa di San Pietro, oggi duomo.
Schio fu dapprima feudo dei Maltraverso; nel 1240 passò agli Ezzelini, che però la tennero per poco tempo, dopo di che ritornò ai Maltraverso. Nel 1311 divenne dominio degli Scaligeri, i quali la diedero in feudo ai Nogarola; passò quindi ai Visconti che nel 1392 (secondo altre fonti nel 1396 o nel 1397) la vendettero a Giorgio Cavalli. Si diede a Venezia nel 1406, dopo un effimero tentativo di restare contea autonoma effettuato da Giorgio Cavalli. Negli ultimi decenni del '400 vi si affermò l'arte della stampa. Nel 1876 fu costruito il tronco ferroviario Vicenza-Schio. Durante la prima guerra mondiale subì numerosi bombardamenti terrestri e aerei.
Ha dato i natali a Ludovico Pasini (1804-1870), patriota e geologo, e ad Arnaldo Fusinato (1817-88), patriota e poeta.
L'arte della lana. La fama di Schio è legata all'arte della lana, che era praticata da una comunità di Umiliati già verso la fine del 1100; nel secolo XIV la cittadina contendeva a Vicenza il primato della confezione dei "panni". L'espansione di tipo moderno di quest'industria
fu opera soprattutto del patrizio veneziano Nicolò Tron, che nel 1738 fondò un opificio tessile facendo venire maestranze dall'Inghilterra e introducendo nuove macchine e
sistemi di lavorazione più razionali. Verso la metà del '700 la produzione superava già quella di Bristol e alla fine del secolo gli opifici erano alcune decine. Gli
avvenimenti politici dell'epoca napoleonica compromisero questa industria, che risorse per merito della famiglia Rossi, soprattutto di Alessandro. Alessandro Rossi (1819-98)
successe nel 1839 al padre nella direzione di un modesto opificio. Riuscì a imprimergli un impulso eccezionale introducendo nuovi processi di lavorazione e rinnovando il
macchinario. Nel 1873 l'azienda divenne società anonima. A. Rossi, che fu eletto senatore del Regno nel 1870, contribuì alla realizzazione di numerose iniziative industriali ed agricole, di scuole popolari, di società di mutuo soccorso tra operai e contadini. Le fortune economiche legate al lanificio trasformarono Schio, che si estese notevolmente
diventando una bella ed elegante cittadina.
Chiesa di San Martino. Sorse nel Mille sopra un'altra dell'VIII secolo. Il campanile romanico faceva parte del precedente edificio. All'interno è decorata da affreschi tardo-gotici del '400.
Chiesa di San Francesco. Il primitivo convento con annessa cappella fu fondato da fra' Vincenzo da Cori nel 1436. Nel 1520 la chiesa fu alzata e ingrandita, ma
conservò le caratteristiche di chiesa francescana ad aula unica affiancata da una sola navatella. Nel 1522 fu eretto il campanile. L'edificio è quindi una fusione di stile gotico e rinascimentale. L'interno è abbellito da restauri di affreschi di ignoti (secoli XV-XVI) presso le travature raffiguranti la "Vita di San Francesco". Del Verla sono la pala dello "Sposalizio di Santa Caterina d'Alessandria". Nella navata maggiore, in alto, è un fregio con eremiti e teste di monaci di Giovanni Speranza (1100%-1536). Conserva pure una statua di pietra policroma del '500 raffigurante
la "Madonna"; una "Madonna col Bambino in trono e Santi" di Dario di Giovanni (secolo XV); le tele "Martiri minori francescani" di Francesco Maffei (1600-60) e "Madonna col Bambino e Santi" attribuita allo stesso. Nell'abside si trova un bel coro ligneo di Bernardino de Ronchius, vicentino, firmato e datato 1509. Custodisce anche pregevoli codici miniati.
Chiesa di San Giacomo. Nel cortile ha una loggia dell'inizio del '400. All'interno, pregevoli tele ottocentesche con "Storie di Gesù e Maria" (Valentino Puppin) e "Incoronazione di Maria" (Tommaso Pasquotti).
Chiesa di Santa Maria in Valle. Risale al secolo XVI.
Duomo di San Pietro. Sorge sul colle Gorzonio. Divenne pieve nel 1123, quando un'inondazione distrusse la pieve primitiva che si trovava a Belvicino. La piccola
cappella originaria fu ampliata o rifatta tra il XII e il XIII secolo. Il grande edificio attuale fu iniziato nel 1740-42 da Giovanni Miazzi, che costruì la navata maggiore; il pronao corinzio e i due campanili furono aggiunti tra il 1805 e il 1819 da Carlo Barrera, che eseguì il progetto di Antonio Diedo; il grandioso basamento, la balaustra e le gradinate furono compiute nel 1845-46 da Tomaso Meduna; nel
1877-78 Antonio Caregaro Negrin completò il tempio con l'aggiunta delle navate laterali. Le statue del pronao e dei bassorilievi interni sono opera di Valentino Saitz. All'interno, pala raffigurante "Patrocinio dei Santi Giuseppe e Teresa" di Valentino Pupin (1830-86); di questo autore e di Tito Chini sono gli affreschi. In sacrestia è custodita una "Madonna, Santa Caterina e il Battista" di Iacopo Palma il Vecchio (1100% circa-1528). Conserva inoltre tele dei Maganza (secoli XVI-XVII) e di Giovanni Busato (1806-86).
Chiesa di Sant'Antonio Abate. Fu eretta nel 1879 da Antonio Negrin. Conserva un altare del Marinali con la "Madonna della cintura" di Antonio Zanchi (1631-1722).
Chiostro-ossario della SS. Trinità. La chiesa fu rifatta nel XVIII secolo. L'ossario fu costruito nel 1930 dall'architetto Del Fabro; accoglie le salme di 5.000 caduti
nella prima guerra mondiale e di partigiani della seconda.
Chiesa di San Nicolò. Sorge sul Colle dei Cappuccini. Se ne ha memoria fin dal 1292; conserva dipinti settecenteschi di Alessandro Maganza. Vi è annesso il chiostro dei frati cappuccini, fondato nel 1536 da fra' Matteo da Schio e soppresso nel 1809; fu riaperto nel dopoguerra.
Casa dei Canarini. Risale all'inizio del secolo XVI ed è di stile gotico.
Villa Dal Ferro. Fu eretta nel 1573 ed è forse un'opera giovanile di Vincenzo Scamozzi (1552-1616).
Palazzo Fogazzaro. Fu edificato nel 1810 su progetto di Carlo Barrera ed è di stile neoclassico.
Villino Rossi. Ottocentesco, è opera di Antonio Negrin.
Schio, oltre ad essere uno dei più grossi centri urbani della Provincia, è, dopo il capoluogo, il più grosso centro industriale vicentino. Inoltre, nel settore della filatura e tessitura della lana, dispone del maggior complesso produttivo, formato da una quindicina di imprese per un totale di circa 4.500 addetti dei quali circa l'80% appartengono alla Soc. Lanerossi che è l'azienda pilota del
settore. Questo primato ha le sue radici in una tradizione che risale ad alcuni secoli or sono ed ha fatto di Schio un centro produttivo rinomato; in forma più industrializzata, il settore laniero si è però affermato nella seconda metà del 1700. L'impronta di grande industria moderna fu data nel secolo scorso dalla famiglia Rossi, che continuò nella sua espansione dimensionale. Si sono poi affiancati degli altri stabilimenti lanieri di minore entità, assieme a diverse altre aziende in altri campi produttivi. Attualmente l'industria scledense dispone di circa 450 imprese, che occupano quasi 10.000 lavoratori, e operano in diversi settori con una maggiore concentrazione in quello tessile (circa il 47% degli addetti) e in quello metalmeccanico (32%), mentre con valori molto più bassi in quelli delle costruzioni, poligrafico, del legno ed altri. Parallelamente si sono sviluppate le attività commerciali sia in senso quantitativo che qualitativo, con adeguate
strutture ben organizzate e con un buon grado di specializzazione, come la rete distributiva al dettaglio e all'ingrosso che in complesso può contare su oltre 500 esercizi. Numerosi sono quelli ambulanti (più di 100) e così pure gli esercizi pubblici (circa 130).
L'agricoltura, che rispetto alle altre è una attività di entità economica minore e dà buona produzione di foraggio, di frutta e di uva, dimostra un soddisfacente grado di specializzazione, ma impiega solamente il 3% circa delle forze attive locali.
Un buon grado di sviluppo hanno pure raggiunto le attività terziarie, come pure i servizi dei trasporti, del credito, assicurativi, sanitari e ricreativi. Il movimento pendolare è notevole nei due sensi: mentre le attività industriali e
commerciali di Schio richiamano manodopera dai centri minori, vi è un flusso di addetti ai settori dei servizi che trovano occupazione altrove.
Mercato: Ogni mercoledì e sabato
Mostre: 25 settembre "Mostra provinciale della frutta e dell'uva"
Biblioteca Civica
Via Carducci, 27 - Tel. 0445/523222
Carabinieri Pronto intervento
Piazza Maraschin, 62 - Tel. 0445/520554
Chiesa parrocchiale Ca' Trenta
Via Ca' Trenta - Tel. 0445/672588
Chiesa parrocchiale Giavenale
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Chiesa parrocchiale Magrè
Piazza Battisti, 4 - Tel. 0445/520744
Chiesa parrocchiale Poleo
Via Falgare, 31 - Tel. 0445/523393
Chiesa parrocchiale S. Croce
Viale S. Croce, 37 - Tel. 0445/670271
Chiesa parrocchiale S. Cuore di Gesù
Via Maraschin, 79 - Tel. 0445/520564
Chiesa parrocchiale S. Pietro (Duomo)
Via Cavour, 1 - Tel. 0445/521103
Chiesa dell'Incoronata
Via Pasubio, 50 - Tel. 0445/523398
Chiesa parrocchiale SS. Trinità
Via dei Boldù, 40 - Tel. 0445/524715
Ospedale
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Polizia Stradale Sottosezione
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Scuole Materne
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"S. Maria Pornaro": Vicolo S. Maria - Tretto - Tel. 0445/635232
Statale: Via SS. Trinità - Tel. 0445/524656
Statale: Via Pista Veneti - Tel. 0445/671856
Scuole Elementari Dir. Did. Schio I
"G. B. Cipani": Via San Giorgio - Poleo - Tel. 0445/525965
"Dei Boldù": Via Dei Boldù - Tel. 0445/525964
"G. Marconi": Via Marconi, 23 - Tel. 0445/523441
"A. Rosmini": Via Rovereto - Tel. 0445/523649
Dir. Did. Schio II
"Don L. Milani": Via Ca' Trenta - Tel. 0445/512062
"V. Da Feltre": Via Giavenale di Sopra - Giavenale - Tel. 0445/670850
"San B. Da Norcia": Via Collareo - Magrè - Tel. 0445/531527
"Giovanni XXIII": Località tretto - San Ulderico - Tel. 0445/635022
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"A. Fusinato": Via Vecellio - Tel. 0445/672904
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Vigili del Fuoco
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Elettricità
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Gas
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Guardia Medica
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Polizia Municipale
Tel. 0445/520695
Polizia Stradale
Tel. 0445/523541
Museo "Nel regno delle farfalle"
Via Lago di Alleghe, 33 Z.I.2 - 36015 Schio (Vicenza)
Tel. 0445 576457 - Cell. 333.9998227
E-mail: [email protected]
Sito web: www.nelregnodellefarfalle.it
Giugno Scledense: Iniziative varie in occasione del 29 giugno, festa del S. Patrono della città (giugno)
Giochi senza quartieri: Insieme di giochi sportivi tra formazioni rappresentanti i 7 quartieri cittadini; comprendente calcio, pallavolo, tennis da tavolo, calcetto, briscola, tiro alla fune, ecc. (giugno)
Schio estate (luglio-agosto)
Settembre scledense (settembre)
La Montanara: Rassegna del canto popolare in Alpe Adria - partecipazione di uno o più cori (ottobre)
Tutti i giorni: Museo "Nel Regno delle farfalle"
Oltre diecimila farfalle di 250 specie diverse raccolte in 2 mila metri quadrati di spazio espositivo dominato da gigantografie che ne riproducono gli ambienti naturali.
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