Sabato 16 ottobre 2010 alle ore 21, presso il teatro Parrocchiale di Grumolo delle Abbadesse per la Rassegna Teatroincontri promossa dalla Provincia di Vicenza – Assessorato alla Cultura Progetto Teatroincontri 2010 – con il contributo delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali della Provincia di Vicenza per la promozione della cultura del territorio, il Comune, Assessorato alla Cultura, Biblioteca di Grumolo delle Abradesse, presenta l’Ensemble Vicenza Teatro in “La bottega del Caffè di Carlo Goldoni”.
E’ una commedia che gode di alcune peculiarità formali che la rendono atipica fra le cento e più scritte da questo autore, per la storia ed il titolo. I titoli di Goldoni generalmente si rifanno al personaggio protagonista e le storie sono unitarie: narrano la vicenda del protagonista, qui invece il titolo è d'ambiente e la storia è anomala poichè è corale, d'assieme. I protagonisti sono: Eugenio, un marito che si gioca tutte le sue fortune a carte e trascura la sua onorata e devota moglie Vittoria, dilapidandone il patrimonio. Flaminio, un baro torinese che si è nascosto a Venezia sotto il falso nome di conte Leandro, che ha piantato la moglie Placida e assiduo frequentatore di Lisaura, bella ballerina solitaria, Pandolfo, un biscazziere lestofante pronto a tutte le mascalzonate, compresa l'usura, per sete di denaro. Ridolfo il proprietario di una Bottega di caffé, (oggi barista), saggio, equilibrato e generoso, che si prodiga per far del bene a tutti, in modo particolare a Eugenio, figlio del suo vecchio onorato padrone.
Don Marzio, maldicente, malalingua, personaggio che questa commedia rende memorabile in negativo per il suo carattere. Goldoni, premia i giusti e punisce i malvagi, mentre coloro che hanno sbagliato si ravvedono capendo i propri errori. Il biscazziere che tira a non pagare il caffé, i clienti che si rubano le tazzine, le chiacchiere oziose, le maldicenze gratuite, la fantapolitica da bar, le discussioni sulla qualità del tabacco, le frequentazioni di locali dall’ambiguità morale, coloro che non hanno i soldi per comperarsi la legna d'inverno e che pure a una tazza di caffè alla “moda” non sanno rinunciare..., non sono altro che il piccolo mondo borghese che fa il suo ingresso sulla scena del Teatro attraverso un piacevole e garbato intrattenimento, grazie ad un soffuso realismo di questo grande autore, che porta ad una morale riflessione della nostra società attuale.
Regia di Roberto Giglio in scena: Claudio Manuzzato, Giampiero Pozza, Tierry Di Vietri, Fabio Festival, Irma Sinico, Silvia Boeche, Roberto Giglio. Luci e Fonica Franco Sinico. Entrata libera.
E’ una commedia che gode di alcune peculiarità formali che la rendono atipica fra le cento e più scritte da questo autore, per la storia ed il titolo. I titoli di Goldoni generalmente si rifanno al personaggio protagonista e le storie sono unitarie: narrano la vicenda del protagonista, qui invece il titolo è d'ambiente e la storia è anomala poichè è corale, d'assieme. I protagonisti sono: Eugenio, un marito che si gioca tutte le sue fortune a carte e trascura la sua onorata e devota moglie Vittoria, dilapidandone il patrimonio. Flaminio, un baro torinese che si è nascosto a Venezia sotto il falso nome di conte Leandro, che ha piantato la moglie Placida e assiduo frequentatore di Lisaura, bella ballerina solitaria, Pandolfo, un biscazziere lestofante pronto a tutte le mascalzonate, compresa l'usura, per sete di denaro. Ridolfo il proprietario di una Bottega di caffé, (oggi barista), saggio, equilibrato e generoso, che si prodiga per far del bene a tutti, in modo particolare a Eugenio, figlio del suo vecchio onorato padrone.
Don Marzio, maldicente, malalingua, personaggio che questa commedia rende memorabile in negativo per il suo carattere. Goldoni, premia i giusti e punisce i malvagi, mentre coloro che hanno sbagliato si ravvedono capendo i propri errori. Il biscazziere che tira a non pagare il caffé, i clienti che si rubano le tazzine, le chiacchiere oziose, le maldicenze gratuite, la fantapolitica da bar, le discussioni sulla qualità del tabacco, le frequentazioni di locali dall’ambiguità morale, coloro che non hanno i soldi per comperarsi la legna d'inverno e che pure a una tazza di caffè alla “moda” non sanno rinunciare..., non sono altro che il piccolo mondo borghese che fa il suo ingresso sulla scena del Teatro attraverso un piacevole e garbato intrattenimento, grazie ad un soffuso realismo di questo grande autore, che porta ad una morale riflessione della nostra società attuale.
Regia di Roberto Giglio in scena: Claudio Manuzzato, Giampiero Pozza, Tierry Di Vietri, Fabio Festival, Irma Sinico, Silvia Boeche, Roberto Giglio. Luci e Fonica Franco Sinico. Entrata libera.